Quando parliamo di metodi di chiusura della bottiglia si accendono discussioni tra i produttori – e sempre più spesso anche tra i consumatori.
Da una parte abbiamo i fedeli al sughero, materiale ecologico e riciclabile che evoca immediatamente la ritualità della stappatura, crea alte aspettative nei wine lover e presenta un'innegabile capacità di modulare l’affinamento del vino.
Sul fronte opposto è il “partito del tappo a vite”, che conta sempre più seguaci; del resto si tratta una chiusura funzionale, economica, che rende il vino immediatamente fruibile.
In azienda ci siamo trovati davanti a un bivio: da una parte, l’esigenza di sostenere la capacità di invecchiamento dei nostri vini - in particolare i Lugana - utilizzando il tappo in sughero; dall’altra, la volontà di facilitare la vita a chi sceglie formati destinati a una beva più immediata, come la mezza bottiglia.
Questa “piccola taglia”, che realizziamo solo per Montunal, è particolarmente richiesta dal mondo dell’hotellerie ed è quindi penalizzata dalla tappatura tradizionale.
Considerata questa criticità, e la minor idoneità al lungo affinamento della “mezzina”, abbiamo risolto il problema scegliendo dalla vendemmia 2023 il tappo a vite per la 0,375 litri del Lugana Montunal.
Per contro, su tutti gli altri vini abbiamo voluto sugheri ancora più performanti: monopezzo (non agglomerato, che contiene colle poco invitanti) e controllati uno ad uno con la nuova tecnologia svizzera Vocus Cork Analyzer, che permette di identificare anche minime presenze della famigerata molecola di TCA, responsabile del sentore di tappo.
Il sughero arriva da foreste sostenibili di quercus suber sarde e portoghesi, con almeno nove anni di età: è un quindi una materia prima matura al punto al punto giusto. Quel che ci vuole per dare un ottimo servizio ai nostri vini e ai vostri assaggi.